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Creazione di una biobanca per lo studio della genetica della risposta agli inibitori dei checkpoint immunitari in pazienti con cancro polmonare metastatico

Martedì 21 Gennaio 2020

Negli ultimi anni, gli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI) hanno rivoluzionato il trattamento dei pazienti malati di cancro. In particolare, nivolumab e pembrolizumab (due anticorpi anti-PD-1) sono efficaci in pazienti con cancro polmonare non a piccole cellule (NSCLC) e sono stati introdotti in pratica clinica anche in Italia, come trattamento per i pazienti con NSCLC metastatico.

Malgrado l’aumentata sopravvivenza dei pazienti trattati con ICI, solo il 20%-50% di essi risponde alla terapia. Inoltre, sono stati riportati effetti collaterali immuno-correlati (irAEs) con un'incidenza del 60%-90% e del 10% per quelli gravi. La riattivazione della risposta immunitaria dovuta agli ICI oltre ad agire contro il tumore, determina anche risposte non specifiche che causano infiammazione in diversi organi o tessuti.

Pertanto, vi è forte interesse ad identificare biomarcatori che possano predire la risposta all'immunoterapia del cancro e stratificare i pazienti secondo i loro possibili benefici clinici ed il rischio di sviluppare irAEs. Recentemente, stanno emergendo evidenze a favore dell’ipotesi che variazioni genetiche germinali influenzino la risposta agli ICI, così come succede per altri farmaci.

Nell’era della medicina personalizzata o di precisione, il campo della farmaco-genomica è volto proprio allo studio delle variazioni genetiche che influenzano la risposta individuale ai farmaci, per individuare la terapia migliore per ciascun paziente, minimizzando la possibilità di eventi avversi e massimizzando l’efficacia terapeutica.

Si è pertanto ritenuto importante creare una biobanca di DNA/RNA a partire da una piccola aliquota di sangue periferico di pazienti con cancro polmonare metastatico, trattati con anticorpi anti-checkpoint del sistema immunitario (nivolumab e pembrolizumab). Il progetto di ricerca è stato messo a punto presso l’Istituto dei Tumori di Milano (Laboratorio della SSD di Epidemiologia Genetica e Farmacogenomica) e la Fondazione Martalive ONLUS ha deliberato di contribuire a questo progetto finanziandolo, nel corso del 2018, con 18.000 €.

La prima fase del progetto è stata - come spesso accade, soprattutto se esso è di tipo multicentrico, cioè coinvolge più realtà ospedaliere con la necessità di ottenere l’approvazione da parte dei diversi Comitati Etici - complicata. Va però sottolineato che qualsiasi modifica di una parte del protocollo dello studio (ad esempio l’inserimento di un nuovo farmaco) richiederà la riapertura del processo autorizzativo.

Per riassumere quanto avvenuto finora (e fornire così un’idea dei tempi necessari per attivare certi tipi di ricerca), si riporta qui la timeline degli eventi, che riporta tutti i passaggi susseguitisi, a partire dalle richieste di approvazione dello studio ai 5 Comitati Etici degli ospedali coinvolti, fino alle delibere autorizzative a condurre lo studio (per ora solo in 3 dei 5 centri) cosa che ha permesso di iniziare la raccolta del materiale biologico su cui condurre le analisi genetiche in alcuni degli ospedali partecipanti.