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Studio di PD-L1 e di altri predittori di efficacia per l’immunoterapia nel carcinoma non a piccole cellule del polmone in stadio avanzato

Lunedì 21 Gennaio 2019

L’immunoterapia rappresenta una innovativa strategia terapeutica che ha recentemente portato a numerosi successi in diverse tipologie tumorali quali melanoma e carcinoma renale e ha mostrato grande beneficio anche nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Tuttavia, la selezione dei pazienti che potranno beneficiare del trattamento così come l'identificazione di fattori predittivi di risposta rappresentano a tutt’oggi un campo di intensa ricerca. L’espressione elevata di un marcatore chiamato PD-L1 sembra essere correlata a una migliore efficacia dei nuovi inibitori Nivolumab e Pembrolizumab. Tuttavia come si possa potenziarne l’attività e allargarla a un maggior numero di pazienti rimane ancora oggetto di studio.

La ricerca si prefigge di verificare se sia possibile potenziare la naturale risposta immunitaria antitumorale, tramite inibizione del check-point immunitario PD1/PD-L1 attuato dalle cellule tumorali, adottando un modello murino di tumore polmonare in vivo. La fase pre-clinica in vitro ha già dimostrato che il pemetrexed è un farmaco in grado di aumentare il marcatore PD-L1 su cellule di tumore polmonare. Sulla base di tali risultati, l’obiettivo del progetto è quello di valutare il potenziamento dell’attività antitumorale di un anticorpo anti-PD1 (ligando fisiologico di PD-L1) indotta da pretrattamento con pemetrexed.

Il modello utilizzato nella sperimentazione è rappresentato da topi (C57BL/6), in cui vengono inoculate sottocute cellule tumorali polmonari singeniche che successivamente svilupperanno un nodulo tumorale. L’efficacia dei trattamenti con pemetrexed in combinazione con un anticorpo anti PD-1 viene valutata attraverso il monitoraggio delle dimensioni del nodulo tumorale e - dopo il sacrificio - il nodulo tumorale verrà processato per effettuare le indagini istologiche e di immuno-istochimica.

La sperimentazione animale è attualmente in corso presso il Laboratorio di Oncologia Sperimentale dell'Università di Parma e al termine di essa verrà valutata la composizione della massa tumorale come percentuale di cellule neoplastiche, vasi, tessuto connettivo, tessuto necrotico. L’espressione di PD-L1 verrà valutata nelle cellule tumorali e nelle cellule dendritiche, mentre PD-1 verrà valutato nei linfociti CD3, CD4, CD8, NK e Treg infiltranti il tumore e nel sangue periferico. La Fondazione sostiene questa ricerca con un contributo di 8.000 €.

I risultati derivanti da questo studio potrebbero essere di rilevante significato per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule poiché potranno fornire le evidenze sperimentali necessarie per la individuazione di fattori di risposta all’immunoterapia e di come possa essere possibile attraverso strategie terapeutiche potenziare l’efficacia della terapia stessa. Questo studio permetterà inoltre una selezione mirata dei pazienti cui offrire il trattamento e anche la possibilità di renderlo più efficace aumentando l’aspettativa e la qualità della vita di quelli refrattari alla classica terapia antitumorale.